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L’operatore professionale in oro: un esperto del settore
Il mercato dell’oro è in continuo sviluppo ed è giusto che il cittadino che vuole alienare il suo oro dismesso, effettui la sua transazione con un esercente competente. Bisogna sottolineare che la concorrenza è davvero alta e, in grandi metropoli come Roma, qualche compro oro si attribuisce qualifiche che non ha perché un vero operatore ha i requisiti regolamentati dalla legge in materia. Ma quali requisiti fondamentali devono possedere gli operatori professionali in oro per essere dichiarati tali? Innanzitutto, devono essere riconosciuti dalla Banca d’Italia come detta la ‘legge n. 7 del 17 gennaio 2000, primo comma dell’art. 1′.
Coloro che hanno deciso di intraprendere questa professione devono necessariamente avviare una pratica presso l’Istituto suddetto compilando un apposito modulo con i dati che identificano la società, con il nominativo di un rappresentante legale e un indirizzo per poter inoltrare eventuale corrispondenza. Ogni dichiarazione verrà sottoposta a dei controlli per verificare se è veritiera, in caso contrario, ogni informazione mendace verrà punita come stabilito dal nostro codice penale. La richiesta può essere presentata a mano presso la Banca d’Italia o inoltrata con posta elettronica al suo indirizzo e-mail. Entro centoventi giorni l’Istituto si riserva di accettare la domanda e se questa verrà accolta, l’operatore riceverà un suo numero di codice personale e potrà cominciare ad operare. Se manca anche uno solo dei requisiti necessari, la Banca respingerà l’istanza.
Quali sono i requisiti richiesti dalla Banca d’Italia
Per ottenere la qualifica di operatore professionale in oro, la Banca d’Italia richiede diversi requisiti, in primis, la natura legale del punto vendita che sta per sorgere cioè una srl, una società in accomandita semplice o in accomandita per azioni. Nell’atto costitutivo vanno obbligatoriamente inserite le attività che si intendono svolgere e a tutti coloro che entreranno a far parte di questa società ossia i soci, gli amministratori o i responsabili verranno chiesti i presupposti di onorabilità. Vale a dire che ogni componente dovrà essere ‘pulito’ dal punto di vista penale come recitano gli ‘artt. 108 e 109 del Testo Unico riguardante le leggi che regolano la materia bancaria e creditizia’. Una volta aperta l’attività, gli operatori possono vendere ed acquistare oro da investimento e tutto il materiale aureo.
Ma cosa si intende per oro da investimento? I lingotti, le placchette e alcune monete possono considerarsi appartenenti all’oro da investimento e le monete in corso o che hanno avuto un corso legale sono inserite in un albo che viene pubblicato periodicamente dalla Gazzetta ufficiale delle comunità europee. Chi esercita l’attività senza i relativi permessi della Banca d’Italia può subire sanzioni cospicue con la reclusione fino a 3/4 anni di carcere. Inoltre, l’Istituto pubblica sul web l’elenco degli operatori regolarmente iscritti ed ogni utente può assicurarsi che non ci siano irregolarità. Tuttavia, gli operatori professionali possono abbinare alla loro attività anche competenze similari.
La differenza tra i compro oro ed i banco metalli
La differenza tra un compro oro e un banco metalli è basilare. Il Banco metalli è gestito da operatori professionali in oro che trattano la compravendita di metalli preziosi come argento, platino e palladio. La differenza sostanziale con i compro oro è quella di aver ricevuto l’autorizzazione della Banca d’Italia di operare nel settore a differenza dei compro oro che, sebbene preparati, hanno solo la licenza di vendere e acquistare metalli preziosi. Questo significa che un cittadino che decide di vendere il proprio oro in uno di questi punti, troverà professionalità assicurata e personale altamente qualificato nel settore oro. Il Banco metalli può interfacciarsi con banche, professionisti e orafi a differenza degli operatori del compro oro che possono trattare solo con i privati. Inoltre, un banco metalli può fondere l’oro acquistato e rilavorarlo per la creazione di nuovi monili da rivendere. Tra le altre cose, tratta anche l’oro da investimento ossia i lingotti, le monete, le piastre e le placchette.
Per iniziare l’attività in un banco metalli, la legge prevede che vi sia un capitale non inferiore ai 120 mila euro e una forma giuridica di società per azioni, cooperativa o Sapa. La nostra giurisdizione prevede che qualsiasi operazione venga annotata su un registro che deve essere mostrato agli organi preposti nel preciso momento in cui ne fanno richiesta. Tali dichiarazioni prevedono che sia indicato il nome del venditore, il valore del metallo venduto e la cifra elargita dal banco metalli. Esistono altre tipologie di trattative che, al contrario, non debbono essere registrate come le importazioni temporanee all’estero dei preziosi o i trasferimenti in conto deposito. Dato che il mercato dei metalli preziosi sta crescendo esponenzialmente, il cittadino ha tutto il diritto di comprendere bene a chi si rivolge per capire quale sono le sue effettive necessità e gli aggiornamenti nel settore aureo. Così come i compro oro, anche i banco metalli agiscono con trasparente chiarezza e un cliente, conoscendo le prerogative degli operatori professionali ai quali si rivolge, può concludere la sua trattativa nella massima sicurezza ricavandone la massima valutazione. Gli operatori professionali in oro del banco metalli sono esperti e forniscono tutte le indicazioni per permettere di ottenere il maggior guadagno a coloro che vogliono alienare l’oro usato o investire in monete o lingotti.