
Il Rapporto GreenItaly 2022, realizzato dalla Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere, rappresenta una fotografia dettagliata dello stato della transizione ecologica in Italia.
Giunto alla sua tredicesima edizione, il documento evidenzia come il Paese stia compiendo passi significativi verso un’economia più verde, nonostante le sfide poste dalla crisi energetica e dalla pandemia.
L’Italia si conferma un protagonista nella green economy, con numeri che testimoniano un impegno crescente da parte delle imprese e delle istituzioni.
Il rapporto sottolinea come l’Italia sia tra i Paesi europei più attivi nella transizione verde, grazie anche alle risorse del Recovery Plan. La sostenibilità non è solo una risposta alla crisi climatica, ma anche un’opportunità per ridurre i rischi economici, stimolare l’innovazione e rendere più competitive le filiere produttive.
Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, afferma che l’Italia è già pronta a questa sfida, grazie a un’economia che punta su sostenibilità, innovazione e territori.
Indice
I numeri della green economy
Nel 2021, le attivazioni di contratti legati ai green job hanno raggiunto il 34,5% del totale, con oltre 1,6 milioni di contratti.
Nel quinquennio 2017-2021, più di 531.000 aziende hanno investito in tecnologie green, con una particolare concentrazione nel settore manifatturiero (42,5%).
Queste imprese si dimostrano più dinamiche sui mercati esteri: il 35% prevede un aumento delle esportazioni nel 2022, contro il 26% delle aziende che non hanno investito in sostenibilità.
L’Italia si distingue come leader europeo nell’economia circolare, con un tasso di riciclo dell’83,4% dei rifiuti totali, ben al di sopra della media UE (53,8%). Questo risultato è frutto di una forte attenzione alla riduzione degli sprechi e all’uso efficiente delle risorse.
Tuttavia, il rapporto evidenzia anche alcune criticità, come il ritardo nello sviluppo delle energie rinnovabili.
Nel 2021, sono stati installati solo 1.351 MW di potenza rinnovabile, lontani dai 70.000 MW previsti entro il 2030.
Le imprese italiane e gli investimenti green
La ripresa post-pandemia ha visto una crescita degli investimenti green, passati dal 21,4% del 2020 al 24,3% del 2021.
Le regioni più attive sono la Lombardia (90.500 aziende), seguita da Veneto (51.780) e Lazio. A livello provinciale, Roma e Milano guidano la classifica.
Questi investimenti non solo riducono l’impatto ambientale, ma generano anche benefici economici: le aziende eco-investitrici registrano un aumento del fatturato del 49% contro il 39% delle altre.
Nonostante i progressi, il rapporto evidenzia alcune criticità. I tempi autorizzativi per l’installazione di impianti rinnovabili restano un ostacolo significativo. Inoltre, la crisi energetica e l’aumento dei costi delle materie prime hanno messo a dura prova molte imprese.
Tuttavia, la green economy rappresenta una risposta concreta a queste sfide, come dimostrano i dati sulle esportazioni e sull’occupazione.
Un futuro da costruire
Il Rapporto GreenItaly 2022 conferma che l’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un modello di sostenibilità a livello europeo.
La transizione verde non è solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità per rilanciare l’economia e creare nuovi posti di lavoro. Tuttavia, serve un impegno congiunto di imprese, istituzioni e cittadini per superare gli ostacoli e accelerare il percorso verso un futuro più sostenibile.