Per risparmiatori lungimiranti

di | 10 Luglio 2017

Investire in diamanti è il sistema ideale per tutte le persone che vogliono mettere al riparo i loro risparmi da possibili crisi finanziarie che mettono a rischio altri tipi di risparmio. Azioni, titoli e altro ancora, sono beni volatili dei quali molti sfortunati investitori ne avrebbero fatto a meno. 

Attualmente il mercato dei diamanti finanziari  è quello che non ha avuto alcuna crisi anche in questi ultimi difficili tempi e, al contrario, ha visto alzarsi l’interesse verso una forma di investimento che più che essere speculativa, deve essere interpretata come vero e proprio bene rifugio.
Chi si rivolge a questo sistema di investimento deve essere consapevole del fatto che, al fine di essere redditizio, la gemma non dovrà essere venduta prima di una decina di anni dal momento che il suo valore presenta una lenta ma costante rivalutazione.

Utile vademecum per chi non è esperto

A chi domanda se il diamante è un investimento rischioso va risposto che seppur il suo valore tende ad oscillare a seconda dei casi, nel lungo periodo offre delle buone performance. Tanto per rendere l’idea, il valore di un carato negli anni Sessanta era pari a 2700 USD mentre ai giorni nostri è salito a 31000. Refrattario all’oscillazione dei titoli di Borsa, i diamanti sono considerati alla pari con altri bene rifugio.
Per acquistare un diamante è preferibile contattare società specializzate nella compravendita dei preziosi da investimento (basta cercare su un motore di ricerca per far emergere una incredibile lista) il cui valore viene stabilito dal Rapaport, ossia il listino internazionale ufficiale dei diamanti.

Come ogni sano investimento, i consulenti in materia suggeriscono di impegnare fino al 10% dei propri risparmi per rispettare l’etica della diversificazione ma, ovviamente non esiste una regola a tal proposito e la scelta rimane un libero arbitrio dell’investitore. L’acquisto deve orientarsi su diamanti dal peso minimo di mezzo carato e arrivare ad un massimo di due. La ragione è quella che al di sotto del mezzo carato, la pietra non ha bisogno di essere accompagnata dal suo certificato rilasciato da un Istituto Gemmologico; mentre acquistare una gemma di oltre due carati rappresenta una oggettiva difficoltà nel rivenderla perché si escludono la categoria dei piccoli-medi investitori.
In caso di voler vendere il diamante, sono presenti nel web delle piattaforme specializzate nella compravendita di preziosi come idclondon.net.

E’ opportuno sapere qual è il trattamento fiscale che legifera sul mercato dei diamanti e che dice che gli stessi sono esenti da qualsivoglia tassa di successione e sul capital gain. Acquistando la gemma in Italia si è tenuti a pagare il 22% di IVA mentre, comprando la pietra all’estero e depositandola in alcune zone franche (se ne trovano a Rotterdam, Anversa, Genova e Le Havre) questa non viene applicata.

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