Agli inizi del XIX secolo in Inghilterra la macchina a vapore faceva il suo ingresso nel settore dell’agricoltura. Fanno la loro comparsa le prime attrezzature agricole mosse da motori a vapore. Inizia da quel momento la meccanizzazione dell’agricoltura. Ma ci volle molto tempo prima che questi prototipi di macchine agricole si diffondessero uniformemente. La macchina a vapore infatti in un primo momento manifestò i suoi limiti, non diede i risultati sperati, risultava costosa e non particolarmente sicura.
Il lavoro umano, con il contributo degli animali, risultava ancora quello maggiormente apprezzato, anche in considerazione del relativo basso costo. L’impiego di questa macchina risultava conveniente solo in presenza di grandi tenute, per cui quello che non fu possibile in Europa venne realizzato negli USA. Infatti, per le piccole aziende agricole il costo di produzione e di esercizio della macchina a vapore risultava insostenibile.
Il progetto, quindi, di iniziare la motorizzazione dell’agricoltura fece registrare un freddo successo solo relativamente ai grandi appezzamenti di terreno del Nord America.
Questi enormi mezzi furono attrezzati con aratri, seminatrici, ecc. Dal punto di vista operativo le macchine a vapore, ossia questi enormi mezzi, che sfruttavano il principio delle predette macchine, venivano collocati alle estremità degli appezzamenti, sui lati opposti, ed in posizione statica, da fermi, fornivano il loro contributo, tirando alternativamente in un senso e nell’altro le attrezzature agricole.
Oggi queste macchine hanno assunto un ruolo fondamentale e sono numerosissime le aziende produttrici i cui prodotti sono celebri nel mondo, come ad esempio i trattori.