Quando si parla di alopecia areata, si fa riferimento a un particolare tipo di caduta dei capelli che si caratterizza per la presenza di un certo numero di chiazze, che possono essere a seconda dei casi più o meno delimitate. Esse non coinvolgono solo la zona del cuoio capelluto, ma – negli uomini – possono riguardare anche altre parti del corpo, come per esempio la barba, in forma più o meno estesa. Si tratta di un disturbo dovuto al comportamento inadeguato delle cellule immunitarie che provocano una reazione autoimmunitaria contrastando le cellule che si trovano nelle radici dei capelli.
In sostanza, nell’organismo di una persona che soffre di alopecia areata i capelli vengono riconosciuti dal sistema immunitario come estranei, e quindi come nemici: proprio per questo motivo si innesca un’infiammazione che non solo fa cadere i capelli, ma che inibisce anche la loro crescita. Lo sviluppo e l’evoluzione della patologia variano da persona a persona: in alcuni casi, quindi, può essere limitata nel tempo, mentre in altri può durare a lungo; in alcuni casi, inoltre, può guarire da sola e in maniera spontanea, mentre in altri può ampliarsi sempre di più fino a trasformarsi in alopecia totale, una situazione che determina la perdita di tutti i capelli, causando una calvizie vera e propria. Nelle situazioni più gravi, l’alopecia areata può addirittura portare a un’alopecia universale, che consiste nella perdita dei peli su tutto il corpo.
Come si cura il disturbo
Per la cura di questo disturbo si può fare riferimento ai farmaci, e in particolare all’immunoterapia con il dibutilestere dell’acido squarico, conosciuto con la sigla Sadbe. Un altro tipo di trattamento previsto è l’immunoterapia topica con il Dcp. In entrambi i casi, il prodotto da utilizzare viene applicato direttamente sul cuoio capelluto, in modo tale da provocare un eritema topico. Infatti, lo scopo è quello di fare sì che le difese immunitarie dell’organismo (da cui – come si è detto – dipende l’alopecia areata) si concentrino su tali sostanze sensibilizzanti e si distraggano dalle cellule delle radici dei capelli, che pertanto vengono lasciate in pace e hanno modo di riprendere a crescere senza problemi. Ovviamente, poiché si tratta di terapie che si basano su sostanze sensibilizzanti, ci sono degli effetti collaterali che occorre prendere in considerazione: la pelle, infatti, si potrebbe desquamare, e in più ci potrebbero essere episodi di prurito o rossori.
Un’altra soluzione – che può essere complementare – finalizzata alla cura del disturbo è un trattamento locale a base di clobetasolo o di mometasone, vale a dire soluzioni che contengono glucocorticoidi, caratterizzati da una funzione immunosoppressiva. Gli effetti collaterali da valutare in questo caso sono quelli tipici dei medicinali che contengono il cortisone, come per esempio un assottigliamento della pelle. Infine, l’alopecia areata può essere curata anche con la PUVA-terapia con raggi ultravioletti: bisogna stare molto attenti, però, dal momento che il ricorso ai raggi UVA in maniera prolungata è potenzialmente in grado di favorire il rischio di sviluppare tumori alla pelle.