È possibile aumentare il consumo di vino in Italia?

di | 12 Novembre 2018

La vendita di vino italiano all’estero continua ad aumentare, ma si può fare molto di più. Capire le motivazioni che comportano l’aumento della domanda di vino italiano e determinare quali sono i trend relativi alla crescita della ricchezza di una nazione, è fondamentale per stabilire nuovi strumenti di promozione all’estero.

Da un recente studio abbiamo potuto rilevare un evidente rapporto tra il consumo di vino e la ricchezza delle nazioni. I paesi che hanno maggiormente importato vino di produzione italiana nel 2014 (Emirati Arabi, Hong Kong, Israele, Slovacchia, Ungheria, Russia, Romania, Cina e Ucraina) dichiarano infatti un aumento della ricchezza negli ultimi cinque anni.

All’incremento dell’export, si affiancano anche quello relativo alla qualità e al prestigio della produzione vinicola Made in Italy degli ultimi 20 anni, non si affianca però un incremento del consumo interno, che anzi ha subito una flessione anche a causa della forte crisi economica.

Il mercato interno costituisce il tallone d’Achille delle entrate delle aziende vitivinicole. Quindi dobbiamo oggi chiederci se la nazione prima produttrice al mondo di vino possa vivere di solo export e che cosa potremo fare per favorire i consumi interni riconquistando gradualmente i consumatori del belpaese.

In periodi di forte crisi la soluzione relativa alla riduzione dei prezzi non è l’opzione migliore. Ridurre la qualità dei vini non porta nessun giovamento, perché solamente le imprese che si trovano nella fascia qualitativamente elevata presentano una redditività buona, che è in grado di comportare la riduzione dei margini e garantire un migliore equilibrio finanziario.

La vendita vini nel nostro paese si riduce anche all’interno dei supermercati, che ne vendono più del 60%. L’ampia gamma di assortimento nei supermercati e la riduzione del prezzo con l’introduzione delle promozioni sembrano non essere più in grado di fronteggiare questa situazione.

E’ necessaria quindi una collaborazione maggiore tra le cantine e le catene distributive, per affrontare le sfide del mercato.

Le proposte odierne vanno dalla introduzione all’interno dei supermercati di terminali “touch screen” che forniscono informazioni sul vino, all’utilizzazione tra gli scaffali della figura di un esperto e alla creazione di accordi tra le aziende agricole per poter sfondare nella grande distribuzione.

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