Aldo Moro (Maglie, 1916 – Roma, 1978) è una delle figure più emblematiche e tragiche della storia italiana.
Il suo nome è indissolubilmente legato alla stagione del terrorismo, al rapimento di Via Fani e al drammatico ritrovamento del corpo in Via Caetani. Eppure, a dispetto della sua vita spesa tra i palazzi del potere a Roma, la sua ultima dimora è stata scelta lontano dalla capitale.
La tomba di Aldo Moro a Torrita Tiberina, infatti, incarna una ferma e silenziosa protesta. Comprendere dove si trova questa sepoltura non significa solo conoscerne la collocazione geografica, ma anche coglierne il profondo significato storico e politico dettato dalla famiglia.
Indice
Dove si trova la Tomba di Aldo Moro?
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare per un ex Presidente del Consiglio dei ministri, Aldo Moro non riposa in un cimitero monumentale romano o in un sacrario di Stato, ma nel piccolo Cimitero comunale di Torrita Tiberina, in provincia di Roma, nel Lazio.
Questa decisione, lontana da ogni pomposità e cerimonia ufficiale, riflette la volontà di Moro stesso, espressa nelle sue strazianti lettere dalla prigionia, e la ferma volontà della sua famiglia.
Dettagli del luogo:
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Comune: Torrita Tiberina (RM), un borgo affacciato sulla Valle del Tevere a circa 50 km a nord di Roma.
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Posizione: La tomba si trova in un’area riservata del cimitero, un luogo che garantisce la privacy che la famiglia Moro ha sempre cercato dopo il dramma del 1978.
L’ubicazione è cruciale per comprendere la storia. Sebbene il rapimento e l’omicidio siano avvenuti nel cuore pulsante della politica romana (Via Fani e Via Caetani), la sepoltura a Torrita Tiberina rappresenta l’allontanamento definitivo dal “palazzo” e dalle sue logiche, in favore di una dimensione privata e familiare.
Il “perché” di Torrita Tiberina è il punto focale della storia e dell’intento di ricerca dell’utente. Questa scelta non fu casuale, ma un atto meditato e dirompente da parte della moglie, Eleonora “Noretta” Chiavarelli.
Il legame con il territorio
Il legame di Aldo Moro con Torrita Tiberina era di natura profondamente personale e affettiva, e non meramente logistica. Il piccolo comune laziale, un borgo medievale che si affaccia sulla Valle del Tevere, rappresentava per lo statista l’antitesi di Roma, il centro del potere che lo aveva consumato.
La famiglia Moro possedeva qui una casa di villeggiatura dove trascorreva regolarmente le vacanze, in particolare quelle pasquali e i brevi periodi di pausa dagli impegni istituzionali. Torrita Tiberina non era solo un luogo dove “staccare”, ma una vera e propria oasi intellettuale e familiare:
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Passeggiate Solitarie: Moro era noto per amare le lunghe passeggiate due volte al giorno. Mentre a Roma si muoveva attorno allo Stadio dei Marmi, qui poteva camminare indisturbato nei sentieri della valle, dedicandosi alla riflessione e alla meditazione.
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Vita Accademica: Nonostante i molteplici incarichi governativi, Moro mantenne sempre la sua cattedra universitaria (Diritto penale, poi Istituzioni di Diritto e Procedura penale). In questo contesto tranquillo, poteva dedicarsi alla preparazione delle lezioni e al dialogo con gli studenti, attività che considerava essenziali e irrinunciabili.
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La Scelta Emotiva: La sua affezione per il borgo fu tale da fargli scrivere, nelle strazianti lettere dalla prigionia indirizzate alla moglie Eleonora, la volontà definitiva di riposare lì.
“…Chiedo di riposare a Torrita Tiberina, dove con i miei cari ho passato i momenti più sereni e distaccati dal tumulto. Là mi sia data l’ultima pace.”
Questa dichiarazione, emersa nel momento più tragico della sua vita, confermò il valore simbolico di Torrita Tiberina: era il luogo della sua autenticità, il rifugio che voleva fosse anche la sua ultima, definitiva dimora, lontano dall’ipocrisia e dalla retorica politica che, a suo dire, lo avevano abbandonato.
Il rifiuto dei funerali di stato
La decisione di seppellire Moro a Torrita Tiberina fu inseparabile dal rifiuto categorico della famiglia di partecipare ai funerali di Stato.
Il 10 maggio 1978, un giorno dopo il ritrovamento del corpo, si tenne un rito strettamente privato a Torrita Tiberina, celebrato dal parroco locale. La famiglia non volle la presenza di politici, esponenti della Democrazia Cristiana o autorità, manifestando in modo inequivocabile il proprio sdegno per la gestione della crisi.
Il 13 maggio, si tenne a Roma la cerimonia ufficiale di Stato in San Giovanni in Laterano, con la presenza del Papa Paolo VI e di tutte le autorità. Fu un funerale “senza il corpo e senza la famiglia”, un’immagine che rimane impressa nella memoria storica come il simbolo della profonda rottura tra lo statista, la sua famiglia e la classe dirigente di allora.
Per chi si occupa di onoranze funebri a Roma, la storia della sepoltura di Aldo Moro è un esempio unico di come una scelta privata possa acquisire un peso politico e storico enorme, rifiutando esplicitamente la logistica e la pompa di una sepoltura capitolina per un’intima destinazione provinciale.
La struttura e il simbolismo della tomba
La tomba di Moro è notevole proprio per la sua estrema semplicità.
A differenza delle monumentali tombe di altri personaggi politici o celebrità, la sua è una piccola cappella moderna realizzata con materiali semplici, come il mattone e il vetro.
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Il Sarcofago: All’interno, il sarcofago è essenziale, inciso unicamente con il nome. Non ci sono grandi statue o simboli sfarzosi.
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La Compagnia: Successivamente, la tomba ha accolto anche i resti di Eleonora Chiavarelli Moro, deceduta nel 2010. La sepoltura congiunta sottolinea l’unione e la condivisione della scelta del “silenzio” fino alla fine.
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La Vista: L’elemento più suggestivo è forse il finestrino circolare che si apre sulla Valle del Tevere e le colline laziali. Questo “occhio” sulla natura, spesso descritto dagli abitanti del luogo, restituisce un senso di pace e di contemplazione, un contrasto voluto con il caos della vita politica romana.
Il contesto storico
La quiete di Torrita Tiberina e la semplicità della tomba di Aldo Moro sono il contrappunto drammatico degli eventi che portarono alla sua morte, uno dei momenti più oscuri e traumatici della storia repubblicana italiana.
L’eccidio di Via Fani (16 Marzo 1978)
L’inizio del sequestro avvenne in Via Mario Fani a Roma, dove un commando delle Brigate Rosse (BR) intercettò l’auto di Moro (una Fiat 130).
Il risultato fu l’uccisione dei cinque uomini della scorta e il rapimento del Presidente della DC, che si stava recando in Parlamento per la fiducia al nuovo governo di solidarietà nazionale.
I 55 giorni e Via Caetani (9 Maggio 1978)
Seguirono 55 giorni di prigionia, di lettere disperate e di un dibattito politico paralizzante sulla linea della “fermezza” (non negoziare con i terroristi).
Il corpo senza vita di Aldo Moro fu ritrovato il 9 maggio 1978 a Roma, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa abbandonata in Via Caetani.
Il Simbolismo di Via Caetani
Il luogo del ritrovamento non fu casuale. Via Caetani si trova esattamente a metà strada tra le allora sedi nazionali della Democrazia Cristiana (DC) e del Partito Comunista Italiano (PCI). Questo posizionamento voluto dai terroristi simboleggiò la loro sfida diretta ai due pilastri della politica italiana che Moro aveva tentato di avvicinare con la sua “strategia dell’attenzione”.
L’ultima scelta della sepoltura a Torrita Tiberina fu l’atto finale di un dramma che aveva esposto tutta la fragilità della politica italiana e il profondo dolore della famiglia, che non accettò mai l’operato dello Stato in quei giorni cruciali.
Chi era Aldo Moro?
Per comprendere appieno il peso della sua tomba, è utile riassumere l’immensa statura intellettuale e politica di Moro, un uomo che ha formato la classe dirigente del dopoguerra.
| Settore | Ruolo e Contributo Chiave |
| Accademico | Docente universitario di Diritto penale (Università di Bari e Roma). Non abbandonò mai l’insegnamento anche durante gli incarichi di governo. |
| Politico | Tra i fondatori della Democrazia Cristiana; cinque volte Presidente del Consiglio (1963-68 e 1974-76). |
| Visione | Promotore della formula del Centro-Sinistra (l’alleanza DC-PSI) e della successiva apertura strategica, seppur mai realizzata, verso il PCI (la “strategia dell’attenzione”). |
Moro era un politico di profonda fede cattolica, noto per la sua capacità di mediazione e per il suo linguaggio complesso e meditato. La sua vita fu dedicata al tentativo di espandere le basi della democrazia in Italia.
Guida alla visita della Tomba
Per coloro che desiderano recarsi a Torrita Tiberina e rendere omaggio ad Aldo Moro e alla moglie Eleonora, ecco le informazioni utili:
Come arrivare
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In Auto da Roma: Torrita Tiberina è raggiungibile tramite l’Autostrada A1 (uscita Ponzano Romano-Soratte) o la Via Tiberina. Il tragitto in auto richiede circa 45-60 minuti, a seconda del traffico.
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In Treno: La stazione ferroviaria più vicina è quella di Poggio Mirteto, da cui è necessario proseguire con mezzi locali.
Mappa
Orari del Cimitero
Il Cimitero comunale di Torrita Tiberina segue gli orari di apertura standard dei cimiteri di provincia (generalmente aperto dal mattino presto fino al tramonto, con possibili riduzioni festive e invernali). Si consiglia sempre di verificare gli orari sul sito ufficiale del Comune per la massima precisione.
Cosa aspettarsi durante la visita
La tomba, come descritto, è volutamente sobria e austera. La visita offre un momento di riflessione non solo sul tragico destino di Moro, ma anche sul profondo valore del privato e del silenzio che la sua famiglia ha scelto di opporre alla violenza e al fragore della Storia. Spesso, si possono trovare semplici mazzi di fiori, simboli dell’omaggio discreto di chi non ha dimenticato.
