
Le maschere per la terapia ventilatoria CPAP o, più semplicemente, maschere CPAP, sono la parte terminale dei dispositivi utilizzati per la somministrazione della terapia CPAP che avviene tramite dispositivi appositi che sfruttano l’aria ambiente.
I dispositivi CPAP sono apparecchiature di piccole dimensioni costituite da un ventilatore che eroga l’aria a una determinata pressione attraverso un tubo di plastica flessibile collegato a una maschera tramite cui il flusso d’aria penetra nelle vie aeree del paziente supportando l’atto respiratorio.
L’uso più comune dei dispositivi CPAP è per il trattamento delle apnee/ipopnee notturne, ma sono diverse altre le circostanze in cui vi si può ricorrere. Lo si fa per esempio anche nella fase di “svezzamento” dalla ventilazione meccanica assistita, una tecnica ventilatoria che, a differenza della CPAP, è invasiva perché viene effettuata tramite intubazione tracheale.
Esistono diversi modelli di maschera CPAP e la loro scelta deve tenere conto sia delle esigenze terapeutiche sia di quelle del paziente. È cioè necessario trovare l’equilibrio ideale tra efficacia della terapia e comfort del paziente dato che si tratta di un accessorio che in molti casi è a contatto con il volto o il naso del paziente per diverse ore al giorno.
Maschere CPAP: i modelli
In commercio sono disponibili diversi modelli di maschere CPAP e la forbice di prezzo è particolarmente ampia; indicativamente si va da un minimo di 30 a un massimo di 250 euro.
Per la scelta della maschera è opportuna una visita otorinolaringoiatrica che può indirizzare su quella che è l’opzione migliore per la specifica situazione del paziente.
In linea di massima si possono distinguere tre macrocategorie di modelli: maschere nasali, maschere oronasali e maschere con olive nasali. Di seguito una breve descrizione di ognuna di queste categorie.
Le maschere nasali
La maschera CPAP nasale è il modello più comune; deve essere indossata sopra il naso e viene tenuta in posizione grazie a un laccio regolabile che passa dietro alla testa. A meno che non vi siano notevoli difficoltà respiratorie nasali è la scelta più opportuna poiché questo tipo di maschera lavora con pressioni di esercizio minori rispetto a quelle delle maschere oronasali.
Risulta meno indicata qualora il paziente abbia una notevole deviazione del setto nasale oppure soffra di poliposi nasale o di rinosinusite cronica. In linea generale non è indicata per quei pazienti che, per un motivo o per l’altro, tendono a respirare anche con la bocca.
Le maschere oronasali
La maschera CPAP oronasale è un modello più ampio di quello nasale perché si estende dalla parte superiore del naso fino ad arrivare sotto al labbro inferiore; è appunto detta oronasale perché copre naso e bocca. È spesso chiamata anche maschera facciale.
Per quanto sia oggettivamente più ingombrante rispetto agli altri modelli, la maschera facciale consente di respirare anche con la bocca.
È apprezzata da coloro che soffrono di bocca asciutta poiché gli umidificatori dei dispositivi CPAP mantengono un certo livello di umidità nel condotto nasale e in quello orale.
È un modello da privilegiare qualora la terapia richieda livelli di pressione più alti. Barba e baffi possono rappresentare un problema perché l’aderenza potrebbe non essere ideale e quindi potrebbero verificarsi perdite d’aria.
Le maschere con olive nasali
La maschera con olive nasali è il modello meno invasivo; è dotata di piccoli cuscinetti da inserire nelle narici e non avvolge quindi il naso come fa quella nasale. È un modello adatto per coloro che indossano gli occhiali e anche per coloro con barba e baffi.
Non è il modello ideale per coloro cui la terapia CPAP prevede livelli di pressione d’aria abbastanza elevati e non è la scelta più indicata nemmeno per chi ha condotti nasali ipersensibili perché questo tipo di maschera potrebbe causare epistassi, secchezza nasale e piccole piaghe.